Blocchi e arresti al confine britannico ai tempi di Brexit
Il punto sull'aumento dei fermi e degli arresti dei cittadini UE al confine britannico dopo il Brexit.
Il punto sull'aumento dei fermi e degli arresti dei cittadini UE al confine britannico dopo il Brexit.
A più voci mettiamo al centro le lotte delle persone immigrate in questo paese. La prossima mobilitazione è prevista per il 12 aprile. A Roma l'appuntamento è a piazza San Silvestro alle ore 10.
Di seguito l'appello che convoca la giornata di lotta:
Documenti per tutt*, repressione per nessun*!
Il 12 aprile scendiamo in piazza a Roma e in altre città d'Italia in contemporanea, per dire basta al ricatto dei documenti, agli abusi delle questure e al razzismo che viviamo ogni giorno!
Dopo un anno di pandemia, una sanatoria fallita e promesse di regolarizzazione non mantenute, migliaia di lavoratori e lavoratrici immigrati continuano a vivere appesi ad un permesso di soggiorno sempre più difficile da ottenere e sempre più facile da perdere.
Le richieste che portiamo in strada alle istituzioni sono molto chiare, tra cui:
- permesso di soggiorno incondizionato per tutt* non legato al contratto di lavoro
- accesso alla residenza
- accesso alla cittadinanza
- abolizione di tutti i decreti sicurezza
- fine degli abusi e dei lunghi termini nelle questure,
- azzeramento dei costi dei permessi
- chiusura dei centri di detenzione (CPR) e stop ai rimpatri
- permesso di soggiorno europeo
Il ricatto del documento non influisce soltanto sullo status giuridico e sulla libertà di movimento delle persone: è anche un enorme ostacolo all'accesso al lavoro, alla residenza, alla sanità e ai servizi in generale. Per questo la lotta per i documenti riguarda tutti e tutte noi, immigrati e italiani. Se ci sono persone sfruttate e discriminate perché senza un documento, siamo tutti e tutte più sfruttabili!
Vogliamo documenti per tutti*, e repressione per nessun*!
Dopo la morte di Ibrahima Barrie, ucciso in un commissariato di Bruxelles a gennaio 2021, l’esplosione della rabbia ha saputo trovare le giuste maniere per esprimersi. Tuttavia, questo assassinio poliziesco non costituisce un episodio isolato nella realtà belga, fatta di razzismo strutturale, brutalità poliziesca e complicità della magistratura; un quadro che la situazione di confinamento degli ultimi mesi ha puntualmente aggravato. Di questa vicenda e di questo quadro ci parlano un compagno e una compagna di Bruxelles.
Fonte: https://radiocane.info/bruxelles-police-partout-justice-complice/
Con due corrispondenze facciamo chiarezza su quanto avviene nelle campagne della Piana di Gioia Tauro.
Il primo a parlare è un lavoratore rinchiuso nella tendopoli, la seconda è una compagna della Rete Campagne in Lotta.
Dopo mesi di gestione militare del campo di lavoro presente nella zona industriale di San Ferdinando, al comparire dei primi contagi, nessuna misura dello Stato riguarda la tutela della Salute.
Partendo da un articolo comparso su Macerie riguardo le navi-quarantena e la situazione attuale nel Mediterraneo abbiamo discusso con un compagno in corrispondenza.
Un resoconto della giornata di sciopero dalle strade di Foggia e Rosarno attraverso due corrispondenze.
Breve aggiornamento: due lavoratori sono feriti. Il primo dopo essere stato investito da una macchina che ha scelto di travolgere il picchetto davanti il porto di Gioia Tauro. Il secondo a seguito del fermo e del pestaggio della polizia, durante le cariche davanti il centro commerciale GrandApulia (FG). I compagni e le compagne fermate di ritorno da Reggio Calabria sono state rilasciate con alcune denunce.
Ascoltate le voci dirette di chi lotta e lavora nelle campagne.
Di seguito il comunicato diffuso questa mattina, appena iniziato lo sciopero.
PER NATALE NON CHIEDIAMO NULLA, CI PRENDIAMO LE STRADE! BASTA SEGREGAZIONE, VIOLENZA E SFRUTTAMENTO: DOCUMENTI PER TUTTI/E!
Si avvicina il Natale, le feste e i buoni propositi…e noi oggi, 6 dicembre 2019, apriamo la stagione natalizia ricordandovi che cosa succede nelle campagne italiane. Oggi blocchiamo.
Abbiamo deciso di organizzarci e scioperare ancora una volta e oggi scendiamo in strada uniti e unite, italiani ed immigrati, per rispondere alla repressione, agli sgomberi e alle leggi che ci vogliono sempre più controllati e sfruttati.
Lo facciamo contemporaneamente dalla provincia di Foggia alla piana di Gioia Tauro, due dei territori dove molti di noi lavoratori e lavoratrici delle campagne vivono, e dove troppi di noi sono morti in questi anni a causa della violenza di leggi che ci vogliono segregati, poveri e in silenzio.
Per questo oggi abbiamo deciso di bloccare alcuni degli snodi più importanti di una filiera di sfruttamento che, dai distretti agro industriali ai centri dello shopping consumista, risucchia tantissimi lavoratori e lavoratrici come noi, italiani ed immigrati, in un vortice di precarietà e ricatto.
Solo pochi giorni fa l’ennesimo incendio nell’ex Gran Ghetto di Rignano, in provincia di Foggia, ha distrutto le case di molte persone, e ancora una volta il governo risponde con una tendopoli emergenziale. Nella Capitanata, come nella piana di Gioia Tauro, l’unica soluzione abitativa per chi lavora in campagna sono le tende o la strada, mentre a Rosarno esistono case vuote costruite addirittura con i fondi europei dedicati ai braccianti stagionali. Siamo stanchi di ripeterlo, non possiamo più accettare l’enorme business che lucra sul contenimento e il controllo degli immigrati attraverso campi container, tendopoli e centri di accoglienza. Siamo lavoratori e abbiamo diritto a vivere nelle case, a contratti di affitto regolari e alla residenza!
Ma oggi ci rivolgiamo soprattutto al ministero dell’interno, responsabile delle leggi che ci rendono sempre più precari e sfruttabili. Ad oggi, oltre ad essere praticamente impossibile entrare in Italia in maniera regolare, è anche sempre più difficile rinnovare il titolo di soggiorno. L’entrata in vigore del decreto Salvini ha reso irregolari moltissime persone che prima, pur con grandi difficoltà, riuscivano a vivere e lavorare regolarmente con un permesso di soggiorno di tipo umanitario. Dal momento che le questure e le commissioni territoriali ci hanno detto chiaramente di non poter far nulla perché bloccate dalla legge, oggi usiamo la nostra forza per interloquire direttamente con il governo.
Ultimamente si sta parlando di riformare gli ultimi decreti sicurezza: pensiamo che nessuna riforma possa davvero cambiare la situazione. Vogliamo quindi la regolarizzazione per tutte e tutti attraverso l’abrogazione totale degli ultimi due decreti, la reintroduzione del permesso umanitario, dei flussi per lavoro e le sanatorie; la possibilità di rinnovare il permesso e accedere ai servizi di base anche senza la residenza. A questo proposito abbiamo preparato una piattaforma di rivendicazioni, per portare al dibattito pubblico delle proposte concrete riguardo la legislazione che regola l’immigrazione.
Pur consapevoli di essere l’anello più sfruttato della filiera, sappiamo anche bene di esserne l’ingranaggio principale. Se ci fermiamo noi, si ferma tutto il sistema. Senza la nostra manodopera da dove si ricava profitto?
Vogliamo i documenti e, come ripetiamo da anni, case vere per tutti e tutte, libertà di movimento e la fine di ogni politica e dispositivo di controllo e contenimento.
Oggi dalla Puglia alla Calabria vogliamo farci sentire e allargare il nostro fronte di lotta a tutto il paese: fino a quando non avremo risposte, vi blocchiamo il Natale.
UNITI/e CONTRO SEGREGAZIONE, CONFINI E SFRUTTAMENTO! PER NATALE NON CHIEDIAMO NULLA, CI PRENDIAMO LE STRADE!
Cambiano i governi, ruotano le poltrone ma continua la politica aggressiva nei confronti delle persone migranti. Con una compagna in studio vi proponiamo un approfondimento sul decreto firmato da Luigi di Maio e, più in generale, sul controllo dell'immigrazione.
Buon ascolto!
Nella mattina di venerdì un gruppo di lavoratori delle campagne è andato a far visita al sindaco di San Ferdinando per pretendere soluzioni immediate invece di violenze e repressione.
Durante l'incontro il sindaco ha preferito imporre la mediazione della CGIL, piuttosto che dare ascolto alle persone che vivono sulla propria pelle la segregazione in un campo di stato fatto di tende, con l'impossibilità di accedere all'acqua potabile, riunirsi liberamente in assemblea, cucinarsi autonomamente un pasto, scegliere quando uscire o quando rientrare. Tutto questo avviene tra i continui abusi sul rilascio delle residenze e in un clima di violenze razziste nelle strade e incursioni della polizia nel campo.
Il sindacato è stato costretto a lasciare gli uffici del comune perché i lavoratori hanno scelto di non delegare a nessuno le loro rivendicazioni.
La corrispondenza con un compagno che vive nella tendopoli si apre con un saluto solidale nei confronti dei lavoratori colpiti dalla repressione a Saluzzo.
In corrispondenza con un compagno di Torino ci aggiorniamo riguardo la situazione nel centro di espulsione di Corso Brunelleschi e facciamo qualche considerazione sulle lotte contro i CPR.
In corrispondenza con chi è appena uscito dal CPR di Ponte Galeria raccontiamo la situazione nel Lager alle porte di Roma.
Dalla riapertura della sezione maschile, avvenuta a fine maggio, è praticamente impossibile ascoltare la voce diretta di chi viene recluso: oltre la fortificazione della struttura detentiva, lo stato ha pensato bene di vietare l'utilizzo di telefoni cellulari.
Oggi, domenica 28 luglio, è previsto un presidio fuori da quelle mura. La presenza solidale arriva dopo tre settimane dalla rivolta e dall'evasione di massa di inizio luglio.