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immigrazione

Brescia: la lotta continua sopra e sotto la gru. Presidio permanente

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Continua da più di una settimana la lotta sulla gru di piazzale Cesare Battisti per il permesso di soggiorno e la regolarizzazione di tutte e tutti.

Dopo l'eclatante e violenta repressione attuata contro i manifestanti e gli appartenenti a varie associazioni per i diritti dei lavoratori e dei migranti, e l'associazione 'Diritti per tutti', di cui il presidente e' stato denunciato per istigazione alla violenza, stasera, sono ancora presenti in presidio permanente 300 compagni a distanza di 50 mt dalla piazza, cordonata dalle forze di polizia e carabinieri.

Una delle compagne fermate stamattina dopo le cariche, è stata rilasciata, ed ora ha una prognosi di 20 giorni dopo esser stata malmentata dalla polizia.12 i migranti nei CIE in attesa di espulsione.

Durante un aggiornamento di un'ora fa, è stato ritirato l'annuncio di uno sciopero della fame e della sete da parte di Arun, Jimi, Rachid, Singh e Sajad e Pepe,convinti a desistere da questa scelta dai loro connazionali,e dai compagni e dalle compagne, preoccupati ulteriormente per la tutela della loro salute.

Scelta fatta dopo aver chiesto esplicitamento l'esclusione delle forze del disordine a un qualsiasi tipo di mediazione.

 

Per il comunicato: www.ondarossa.info/eventi/brescia-maroni-cos%C3%AC-non-si-fa

Trattato Italia-Libia: licenza di "uccidere" in acque internazionali

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Durata 3m 49s

"Non si tratta di un errore e le scuse servono solo a confondere le responsabilità. "

L’Associazione studi giuridici sull’immigrazione si dichiara sconcertata dalle dichiarazioni del ministro dell’Interno Roberto Maroni. Dopo l’attacco della motovedetta italo-libica a un’imbarcazione di pescatori siciliani in acque internazionali, il ministro ha derubricato le mitragliate sulla fiancata come "un errore", dovuto probabilmente alla errata convinzione che l’imbarcazione trasportasse dei migranti. I giuristi sollevano anche un problema relativo alla lettera dello stesso Trattato di amicizia italo-libica: l’attacco e la presenza accertata di sei militari della GdF sulla motovedetta libica “costituiscono la prova incontestabile che la presenza dei militari italiani sulle unità donate alla Libia non si limita alla formazione, che in realtà si sarebbe dovuta concludere nei primi sei mesi dall' attuazione dell'accordo del trattato.

Il capitano della nave Gaspare Marrone, che ha subito l'attacco, ha ribadito che al momento degli spari il motopeschereccio si trovava in acque internazional.

L’Asgi chiede quindi di sapere quante volte delle motovedette con a bordo militari italiani hanno aperto il fuoco o usato violenza contro cittadini stranieri che si trovavano su imbarcazioni di fortuna intercettate nel Mediterraneo e quale è stato l’esito di queste operazioni. Inoltre i giuristi dichiarano la necessità e l' urgenza di “una profonda revisione del Trattato di amicizia italo-libica, sospendendo detti accordi fino a quando la Libia non avrà garantito il rispetto del diritto d’asilo e dei diritti fondamentali della persona e comunque introducendo procedure stringenti di controllo affinchè  tutte le operazioni che riguardano operazioni di intercettazione e controllo in mare aperto avvengano nel pieno rispetto del diritto internazionale e comunitario”. 

Rivolta all'interno del lager-CIE di Gradisca d'Isonzo

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Durata 3m 56s

 

Da troppo tempo, cioè dall’ultima rivolta di due settimane fa, i reclusi del Cie di Gradisca d’Isonzo sono tenuti chiusi a chiave nelle loro celle e possono fare solo un’ora e mezza d’aria al giorno. Qualche giorno fa hanno scritto una lettera al direttore Luigi del Ciello, per chiedere la fine di questo trattamento, minacciando di iniziare uno sciopero della fame. Il direttore, come sempre, ha fatto finta di niente. E allora, da stamattina, i reclusi di Gradisca hanno cominciato a rifiutare il cibo.
 
Aggiornamento ore 19.00.
Visto che nonostante lo sciopero della fame il direttore del Centro non ha preso in considerazioni le loro richieste, i reclusi hanno cominciato a bruciare tutto quello che avevano sotto mano di combustibile: materassi, vestiti, asciugamani. Per ora la polizia è fuori dalle camerate e i ribelli si sono barricati dentro.
 
ore 19:30.
Fuori si stanno radunando i compagni e ci sono dei giornalisti. Dentro i ragazzi non vogliono aprire le celle per evitare che entrino gli sbirri, che per ora se ne stanno in cortile insieme agli operatori di Connecting People, la coperativa che gestisce il Centro. La situazione è grave, ci sono dei feriti, svenuti a causa del fumo.
 
ore 20:00.

La polizia in tenuta antisommossa sta entrando nelle sezioni insieme al direttore e un medico. Stanno portando fuori le persone svenute a braccia, senza le barelle. In alcune sezioni sembra che stiano anche picchiando.
 
ore 21:00.

La polizia dopo essere entrata all'interno del Cie prosegue il rastrellamento. Secondo la testimonianza di un detenuto ascoltato telefonicamente, i feriti sarebbero tre.
 

Intervista a Santino Spinelli prima della manifestazione contro le espulsioni di rom in Francia

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Durata 17m 4s

Abbiamo chiesto a Santino Spinelli, il giorno precedente il presidio contro le deportazioni di rom in Francia e le politiche razziste del governo di Parigi cosa pensasse delle politiche di deportazione e segregazione sui rom in Italia, sulle politiche di espulsione a Roma  della giunta di destra di Alemanno in continuità con la giunta precedente di sinistra; come vivesse l'adesione al presidio del Partito Democratico che ha fatto e fa della sicurezza anti rom campagna elettorale e che è stato complice dell' istituzione di due mega campi a Roma Salone e Castel romano, e infine dell'adesione dell'ARCI che gestisce progetti all'interno dei campi per rom, progetti sui quali Spinelli ha espresso forti criticità.
Di seguito l'intervista (17 minuti ca).

Ancora sul tetto il detenuto del Cie di Torino

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Durata 6m 50s

Mentre proseguono le rivolte nei centri di identificazione ed espulsione, dal Cie di Torino, dove un detenuto si trova sul tetto da lunedì pomeriggio, questa mattina si è appresa la notizia di una deportazione-lampo da parte dei carabinieri, come ci è stato raccontato in diretta dai solidali che sono in presidio permenente davanti al Cie di corso Brunelleschi.