In corrispondenza con una compagna della Rete Campagne in Lotta discutiamo intorno l'operazione militare con cui lo stato ha deciso di radere al suolo la vecchia tendopoli di San Ferdinando.
Il comune di San Ferdinando è stato teatro dell'ennesima passerella istituzionale sulla pelle di chi lavora nelle campagne.
Al centro della riunione di ieri, partecipata dai sindaci della piana di Gioia Tauro, sindacato USB, SOS Rosarno, Alex Zanotelli e Mimmo Lucano, c'è una delle rivendicazioni costanti della lotta: la casa.
Nessuno degli organizzatori ha ritenuto importante la partecipazione delle persone direttamente interessate, ovvero chi è costretto a sopravvivere tra tende e baracche mentre lavora nelle campagne.
Alcuni compagni che lottano e vivono nelle tendopoli sono andati a far sentire la loro voce: le case ci sono, sono pronte e devono essere destinate, come da bando, a chi lavora nelle campagne.
Mentre nel comune si impegnavano a confondere le acque con una fantomatica mappatura delle case vuote in Calabria, la polizia è impegnata da giorni nell'ennesima schedatura di massa di chi vive in tendopoli, con l'intento di dividere tra container e sprar chi da anni lotta per un tetto, i documenti e i contratti.
Con un compagno dagli Stati Uniti, si fanno alcune riflessioni sulle conseguenze del temporaneo shutdown, sullo stato di emergenza che potrebbe essere dichiarato da Trump e potrebbe portare all'inizio della costruzione del muro lungo il confine con il Messico, sulle politiche securitarie contro le persone migranti.
Inoltre, facciamo un aggiornamento sulla sentenza dell'omicidio di Laquan McDonald.
In corrispondenza con un compagno discutiamo riguardo la chiusura del CARA di Castelnuovo di Porto.
Dopo l'attenzione mediatica di questi giorni poniamo a tutti alcune domande:
possiamo considerare come un "modello" un sistema in cui le persone costrette a viverci non hanno alcuna voce in capitolo sulle proprie esistenze?
Cosa significa "integrazione" nella realtà che ci circonda?
Quali sono le rivendicazioni delle persone immigrate?
Possiamo affannarci a proporre "soluzioni" al posto delle persone direttamente interessate?
Partiamo dalla storia dei CARA, campi di concentramento enormi in cui si sono sviluppate numerose lotte, e finiamo a inquadrare le operazioni in corso a Castelnuovo di Porto e il ruolo della cooperativa Auxilium nella gestione dei campi di smistamento e espulsione.
Per la prima volta si propone una ricostruzione storica dell’immigrazione straniera in Italia, a partire dal 1945.
Ingressi, flussi, leggi, generazioni, lavori, conflitti e speranze si intrecciano con un ritmo sempre più incalzante fino ad arrivare ai nostri giorni.
Il volume traccia la dimensione quantitativa del fenomeno nel corso del tempo e la sua evoluzione, il radicamento sul territorio, le politiche adottate per governarlo, le polemiche che ne sono scaturite, l’impatto che ha avuto sulla società. Le fonti utilizzate sono numerose: dalle inchieste sociali al dibattito politico, dalle testimonianze dei protagonisti alle statistiche, dagli archivi istituzionali fino alle cronache dei giornali. Ne emerge il profilo sfaccettato di una grande trasformazione, indispensabile per capire l’Italia di oggi.
Abbiamo dedicato una parte della trasmissione del 19 ottobre al commento del dl Salvini, sottolineando alcuni aspetti che speriamo possando accompagnare le lotte.
In collegamento con una compagna della Rete Campagne in Lotta discutiamo a partire dall'arresto di un abitante del ghetto di Borgo Mezzanone.
Dalla cronaca dei media alle dichiarazioni feroci dello Stato, dalla realtà dei fatti alla lotta, parliamo della quotidiana repressione contro chi lavora e vive nelle campagne del foggiano.
Da questa mattina è agli arresti domiciliari il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, noto perchè porta avanti nel suo Comune politiche verso le persone migranti molto diverse da quelle diffuse a livello nazionale. Le accuse sono favoreggiamento dell'immigrazione clandestina motivate e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti: si tratterebbe dell'aiuto ad una donna nigeriana a sposarsi per poter rimanere in Italia e dell'affidamento diretto di servizi da parte del Comune di Riace ad una cooperativa in cui lavorano giovani nati in Italia ed altri profughi. Contemporaneamente un altro provvedimento, quello di divieto di dimora nel comune, ha colpito la compagna di Lucano, Tesfahun Lemlem.
Ne parla un amico dello stesso Lucano, vicino all'esperienza di Riace.
Nella foto la manifestazione in solidarietà con Mimmo Lucano che si è svolta questo pomeriggio a Roma, in piazza dell'Esquilino
Al telefono con una compagna che vive nei ghetti del foggiano raccontiamo la protesta autoconvocata da chi da anni lotta nelle campagne.
Dopo le stragi degli ultimi giorni i lavoratori e le lavoratrici delle campagne hanno voluto far sentire nuovamente la loro voce e la loro rabbia nelle strade di Foggia. Diverse persone, stanche di sentire parole e promesse vuote e di subire costantemente l'indifferenza e gli abusi delle istituzioni, si sono mosse unite, e sono ora davanti alla prefettura e nelle strade per parlare con tutti i foggiani e per raccontare le ingiustizie e gli abusi quotidiani che sono costretti a subire e che creano le condizioni in cui stragi come quelle di sabato e di lunedì non sono episodi isolati ma elementi integrati e omogenei allo sfruttamento dei e delle braccianti.