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Repressione

NO TAV: arresti e misure cautelari. Giovedì 23 fiaccolata in solidarietà a Bussoleno (TO)

Data di trasmissione
Durata 16m 12s

Ancora gravissima repressione contro il movimento No Tav della Val di Susa (e non solo); 23 i/le militanti coinvolti: alcuni compagni addirittura tratti in arresto e tuttora in carcere.

Nicoletta Dosio, militante NoTav, si è rifiutata di sottoporsi alle firme (ascolta qui le sue dichiarazioni).

Ieri si è svolta una partecipata assemblea popolare al Palanotav di Bussoleno.

Come ulteriore risposta il movimento No Tav ha deciso che tornerà in piazza del mercato a Bussoleno giovedì sera (23 giugno), per una fiaccolata che partirà verso le ore 21.

 

Abbiamo contattato un compagno della Valle per fare il punto della situazione.

Solidarietà con i/le NO TAV. A sarà düra!

 

Durata: 15 minuti.

 

denunce per il 6 Aprile, ma Napoli respingerà ancora Renzi e l'UE

Data di trasmissione
Durata 9m

Corrispondenza dal presidio in solidarietà ai 5 compagni denunciati.

 

Durata: 9 minuti

 

Dopo la giornata di lotta del 6 Aprile, in cui Napoli ha nuovamente affermato che rifiuta il governo Renzi e l'austerity imposta della BCE e dall'UE, arrivano le denunce. Si prova a soffocare una resistenza popolare e quotidiana, con la complicità dei media mainstream che tacciono sulla repressione e invece criminalizzano l'autorganizzazione popolare delle lotte.

Ma la lotta non si arresta.

 

https://www.facebook.com/mensa.occupata/posts/700871860053757

Barcellona - Alla vigilia della riapertura del CIE di Zona Franca

Data di trasmissione
Durata 27m 28s

Con una compagna del collettivo Te Kedas Donde Kieras facciamo il punto della situazione in città, riguardo i rastrellamenti, le resistenze e la lotta contro la macchina delle espulsioni.

Il 16 giugno riaprirà il CIE di Zona Franca, dopo un periodo di lavori di fortificazione e ampliamento dei dispositivi di controllo.
Attraverso la corrispondenza commentiamo anche le ambiguità e l'ipocrisia del governo cittadino.

Torino - Contro i divieti di dimora: 12 banditi puntano i piedi

Data di trasmissione
Durata 45m 38s
Il 25 maggio la polizia ha notificato dodici divieti di dimora dalla città di Torino per un’iniziativa di contestazione alla Ladisa, ditta che si occupava di servire i pasti ai reclusi nei Cie. Di fronte all’utilizzo di una misura repressiva per togliere di mezzo compagn* impegnati quotidianamente nelle lotte, si è scelto di puntare i piedi.

Oggi i compagni e le compagne colpite dal divieto di dimora hanno iniziato a violare la misura. 

La prima corrispondenza è con un compagno di Torino per commentare questa operazione repressiva, di seguito abbiamo rilanciato il segnale di Radio Blackout, dove i/le compagn* colpit* dalla misura hanno letto in diretta il seguente comunicato, annunciado "[...] Puntiamo i piedi, qui vogliamo rimanere, qui vogliamo lottare [...]".

Qui il calendario con tutti gli appuntamenti di lotta, da oggi al 19 giugno.

"È a Torino che abbiamo visto portare via uomini e donne perché non avevano un documento. A Torino abbiamo visto la polizia caricare un corteo di operai che avevano osato ribellarsi.

A Torino abbiamo visto le pattuglie dei carabinieri aiutare padroni e banche a sbattere in strada i nostri vicini di casa in ritardo con l’affitto o con il mutuo.

A Torino abbiamo visto interi quartieri trasformarsi secondo le esigenze dei ricchi sulla testa dei più poveri che li abitano.

A Torino e nelle sue valli abbiamo visto la celere bastonare le persone accampate a difesa della terra in cui vivono.

Ma a Torino abbiamo anche visto decine di persone sollevarsi per permettere a un clandestino di scappare a un controllo e centinaia di facchini tener testa a chi li voleva cacciare dai cancelli del CAAT. Qui abbiamo visto intere vie chiuse dai cassonetti per respingere un ufficiale giudiziario e decine di abusivi riprendersi la piazza sotto gli occhi impotenti della polizia. È a Venaus che le stesse persone bastonate hanno rialzato la testa e spazzato via plotoni di celere riconquistando il terreno perduto.

Se è vero che ovunque soprusi e ribellioni sono all’ordine del giorno, è a Torino che noi abbiamo deciso di coltivare un sogno comune.

Puntiamo i piedi, qui vogliamo rimanere, qui vogliamo lottare.
Dodici divieti di dimora a chi in una giornata di ottobre era andato presso la sede di Ladisa, ditta fornitrice dei pasti all’interno del Cie di corso Brunelleschi, a restituirgli un po’ della merda che quotidianamente somministra ai reclusi. Un‘iniziativa all’interno di un percorso di lotta contro il Cie e contro chi lo fa materialmente funzionare.
Sono anni che la Procura ci colpisce incarcerando e allontanando i nostri affetti.

Abbiamo tenuto duro, giorno dopo giorno, affrontando la paura e il dolore che la repressione porta con sé.

Abbiamo portato avanti con fatica le lotte dei compagni allontanati, incarcerati e sorvegliati.
E se in tutti questi anni di lotte a Torino abbiamo affrontato gli attacchi repressivi cercando sempre di spingere un passo più in là i percorsi che si stavano portando avanti, questa volta ci siamo guardati e negli occhi di ognuno abbiamo ritrovato la medesima voglia di non partire.

Questi dodici divieti di dimora sono la goccia che fa traboccare il vaso, non siamo più disposti a razionalizzare la nostra rabbia.

Non accettiamo più di dover salutare compagni e affetti perché costretti ad andarsene
Non accettiamo più che le nostre vite, la nostra quotidianità siano determinate da un pezzo di carta
Non accettiamo più di rinunciare ai progetti che ognuno di noi ha costruito in città e di doverci reinventare altrove

Restiamo qui, esattamente nel punto in cui le nostre coscienze ci costringono a stare.
Per noi questi divieti di dimora sono carta straccia.

Saremo in una radio libera a trasmettere, davanti alla porta di J. per resistere al suo sfratto, sotto le mura del Cie per sostenere le rivolte dei reclusi, nelle strade per opporci alle deportazioni, ovunque ci andrà di stare.

Le conseguenze le conosciamo, con una certezza quasi matematica tra qualche giorno ci porteranno in carcere.
Precisamente nel punto in cui il Tribunale avrà la forza di metterci.
Nel centro esatto del ciclone che sta stravolgendo le nostre vite.
Consapevoli della nostra scelta, forti della solidarietà che non ci lascerà soli, noi da qui non ce ne andiamo.

Banditi a Torino"

Torino - Frontiere e dodici banditi

Data di trasmissione
Durata 19m 47s
Durata 16m 27s

Attraverso la prima corrispondenza facciamo un resoconto della 3 giorni di lotta contro le frontiere svoltasi a Torino.
Il secondo contributo riguarda l'ennesimo attacco repressivo in città, questa volta nei confronti di chi lotta contro i CIE: con 12 divieti di dimora lo Stato vorrebbe allontanare Silvia, Lorenzo, Giada, Daniele, Carla, Francesca, Antonio, Chiara, Silvietta, Nico, Natasha e Valeria dalle lotte e dai propri affetti in città.

Qui il comunicato "Puntare i piedi" dal sito "Macerie e storie di Torino"

Bergamo: sabato manganellate alla contestazione di Renzi

Data di trasmissione
Durata 9m 43s

Contestazione per Renzi con l'inizio della campagna #BastaUnSì a Bergamo. Una città blindata per garantire la passerella del Partio Democratico sul tema del referendum sulla riforma costituzionale, che ha visto una contestazione forte da parte dei movimenti sociali della città.

 

Sentiamo la corrispondenza di un comagno di Bergamo sulla giornata di Sabato:

 

Articolo di racconto dal sito BgReport: http://bgreport.org/bastaunsi-per-far-partire-i-manganelli-renzi-bergamo.html

Mark Covell contro Casapound

Data di trasmissione
Durata 14m

Mark Covell parla contro Casapound sostenendo il presidio antifascista, per la legge contro la tortura e auspica una grande partecipazione alle iniziative per il quindicesimo anniversario del G8 2001 di Genova.

 

Mark Covell è stato ospite, in questi giorni, del Festival di Storia in corso al Nuovo Cinema Palazzo (piazza dei Sanniti, San Lorenzo).