Abbiamo sentito in collegamento un compagno da Torino che ci ha riportato i dettagli dell'operazione "city" della digos riguardo il corteo del 4 Marzo 2023 contro carcere e 41bis, al fianco di Alfredo Cospito. 19 le misure cautelari: 3 arresti domiciliari tra Torino, Cuneo e Roma, 7 obblighi di dimora con firme quotidiane, 1 divieto di dimora e 8 firme quotidiane.
Nella seconda parte della chiamata ripercorriamo insieme la partecipazione e le vicende della mobilitazione dell'anno scorso.
Corrispondenza con un compagno del collettivo studentesco Scirocco dell'Università di Palermo sulla contestazione a Leonardo dello scorso giovedì 18 aprile, giorno del Career day. Inoltre il compagno ci riporta il legame tra la mobilitazione e la solidarietà nei confronti del compagno Luigi, attualmente detenuto nel carcere di Alessandria.
COMUNICATO DEL COLLETTIVO SCIROCCO IN RISPOSTA ALLE MENZOGNE DELL’ A.D. CINGOLANI SULLA CONTESTAZIONE A LEONARDO AL CAREER DAY DELL’UNIVERSITA’ DI PALERMO
Rispondiamo a Roberto Cingolani e alla ministra Bernini in merito alle loro parole di ieri, ricostruendo prima i fatti accaduti durante la contestazione e poi il quadro politico che ci ha spinti alla contestazione. Abbiamo scelto di contestare la Leonardo spa al Career day della nostra università. Ci siamo organizzat3 per bloccare lo svolgimento del seminario della Leonardo, spingendoli a smontare il loro banchetto informativo, perché non possiamo tollerare che dentro i luoghi che attraversiamo ogni giorno vengano accolte a braccia aperte le aziende che sono in prima linea nella progettazione di tecnologia bellica di ultima generazione. Tecnologia che ha un uso sia militare, come i droni che permettono la guerra da remoto, che civile, come ad esempio i più moderni sistemi di controllo attraverso intelligenza artificiale. Non potevamo restare in silenzio mentre ci venivano a raccontare che il nostro sudore e i nostri sacrifici fatti per studiare sarebbero dovuti servire a progettare nuove macchine infernali con le quali combattere le guerre del presente e del futuro. Riconosciamo e abbiamo riconosciuto la differenza tra il gruppo dirigente della Leonardo spa e chi, invece, lì vi si trovava per lavorare. Così - ci sono video e foto a dimostrarlo - nessuna aggressione a danno di "tecnici e impiegati" è avvenuta né sarebbe mai potuta avvenire. Parlare ad un megafono e distribuire volantini è ben altra cosa. Abbiamo portato avanti un atto di democrazia, di informazione verso l3 nostr3 collegh3 e di contrasto ad un'azienda che specula sulla morte di interi popoli. Siamo studenti e studentesse che portano avanti una lotta giusta, quella contro la guerra sui popoli. Per noi, giovedì al Career day abbiamo scritto una grande pagina di democrazia portata avanti dagli studenti e delle studentesse, che sin dall'inizio dell'evento hanno trovato dentro i luoghi del sapere un preoccupante e grave numero di agenti della Digos politica, che hanno ripreso con le loro videocamere tutta la protesta della mattinata. Non abbiamo aggredito nessuno, come dichiarato dal Rettore Midiri dopo essere stato contattato dalla Ministra Bernini, e non l'avremmo mai fatto perché si tratta di lavoratori e lavoratrici, che sicuramente non vedranno neanche un euro dei 15 miliardi di utile netto che la Leonardo spa fa dall'escalation militare. Il nostro intervento ha avuto l'obiettivo di rovinare la loro presentazione, dando volantini che rivelano le operazioni militari della Leonardo, per informare l3 student3 interessat3. Il danno d'immagine però era diventato evidentemente troppo grosso, e così, quando divers3 student3 hanno fatto marcia indietro cambiando opinione sulla Leonardo e mostrandoci solidarietà e complicità, i tecnici e l3 lavorator3 hanno deciso sarebbe stato meglio allontanarsi dall'università. Ministri e gruppi dirigenti della Leonardo da ormai troppo tempo stanno cercando di criminalizzare coloro che si battono per la pace e che chiedono lo stop al genocidio. È avvenuto a Napoli, Roma e nelle altre università d'Italia, tra cui adesso quella di Palermo. Questo è quello che avviene in un momento di escalation militare: chiunque provi a far passare un messaggio opposto a quello governativo viene tacciato come terrorista, ironia della sorte anche chi lotta per chiedere lo Stop al Genocidio dell3 Palestinesi. Per questo giovedì abbiamo cacciato via Leonardo dalla nostra università, e per questo continueremo a lottare perché vengano rescissi anche tutti gli accordi di collaborazione con Israele. Oltre a questo pretendiamo che il professore Antonello Miranda, membro della fondazione Med-Or, si dimetta dal suo ruolo in questo braccio "culturale" di Leonardo.
Ma critichiamo anche più in generale che l'università neoliberale sia diventata inevitabilmente e ancora più di prima una vetrina costruita sulla base delle esigenze delle aziende con le quali si stabiliscono rapporti di collaborazione, normalizzando la retorica bellicista e guerrafondaia. E a pagarne il prezzo più di tutt3 è il popolo palestinese. La terra di Gaza in questi mesi è stata e continua ad essere macchiata dal sangue versato nel nome del colonialismo e dell'apartheid sistematica da parte dell'entità di Israele che, nei confronti del popolo palestinese, sta compiendo in questo momento un vero e proprio genocidio sotto l'egida dell'ideologia sionista. In un quadro di venti di guerra che imperversano in giro per il mondo abbiamo voluto poi ancora una volta gridare anche il nome di Luigi, Ali, Mansour, Anan e di tutt3 le compagn3 che in questo sono colpit3 dalla repressione. Vogliamo dire forte e chiaro che per noi Luigi, che si trova nel carcere di massima sicurezza di Alessandria a causa della violenta repressione dello Stato, è un esempio da seguire per il suo impegno antifascista e per la pace e che anche noi ci schiereremo contro la guerra con tutte le nostre forze, perché vogliamo che le spese militari vengano cancellate e vengano finanziati invece servizi sociali, scuole, ospedali. Noi non saremo mai il peso morto della storia, e per questo continueremo a lottare nei nostri luoghi di studio e di lavoro per chiedere la liberazione di Luigi e la cessazione di ogni rapporto di collaborazione accademica con Israele e con le fabbriche di morte come Leonardo. Giovedì abbiamo ottenuto una prima vittoria, Leonardo spa fuori da tutte le università italiane per almeno un mese. Continuiamo a testa alta a fare rete e ad organizzarci, per ribadire il nostro No alla guerra e al Genocidio palestinese, per far interrompere ogni accordo tra Unipa e Israele. Martedì 23 assemblea universitaria sul No alla Guerra, alle 17.30 all'edificio 1312 (di fronte all'ed. 19)
Una corrispondenza dalla Columbia University di New York dove nelle ultime due settimane la mobilitazione per lo stop al genocidio a Gaza e per il disinvestimento dell'ateneo nelle istituzioni israeliane si è infiammata ed ha coinvolto anche altre università, nonostante la repressione estremamente vuiolenta e gli arresti, studenti sono accampati dentro l'ateneo e fuori cresce la presenza.
Puntata 24 di EM, settima del ciclo Estrattivismo dei dati, parliamo di ottimizzazione predittiva ed intelligenza artificiale con Daniela Tafani, ricercatrice di Filosofia politica presso l’Università di Pisa, membra della Società italiana per l’etica dell’intelligenza artificiale. Nella prima parte si definiscono i sistemi di ottimizzazione predittiva e si discute degli impatti sociali da questi determinati e dei rischi legati ad un utilizzo acritico e ad ampio spettro di statistica computazionale su larga scala (ad esempio nel campo delle repressione poliziesca). Nella seconda parte prendiamo in considerazione le proprietà politiche di questi sistemi. La terza parte prende in esame questioni giuridiche e normative e discute dei limiti di legislazioni recentemente introdotte (EU AI Act) per regolamentare i moderni sistemi predittivi
Corrispondenza con un compagnx dell'assemblea Solidarietà e Lotta che approfondisce la situazione sul processo Scripta Manent e invita al presidio di martedì 23 aprile 2024 a Largo Arenula.
Di seguito il comunicato dell'Assemblea Solidarietà e Lotta:
A chi ha scelto da che parte stare.
Il 23 aprile inizierà il processo per aver appeso lo striscione sull’altare della patria il 20 febbraio 2023: L’ITALIA TORTURA. CON ALFREDO, NO41BIS ED ERGASTOLO. Lo striscione esprimeva un concetto semplice quanto vero. In quel periodo Alfredo Cospito era in sciopero della fame da 123 giorni e la solidarietà nei suoi confronti si manifestava in ogni angolo dello stivale, e non solo. La sua determinazione ha fatto emergere la brutalità e l’insensatezza del regime del 41 bis e ha imposto che diventasse un argomento su cui esprimersi. Come ogni fenomeno di grandi dimensioni, ognuno ha risposto come più gli si addiceva. Il movimento rivoluzionario, raccogliendo tutte le energie che poteva mettere in campo ha espresso una vivacità che non si vedeva da tempo. Di giorno, di notte, in tanti, in pochi. Questo procedimento è il primo (per quanto riguarda Roma) di una lista che sta rapidamente crescendo. A finire a processo saranno infatti vari episodi che hanno caratterizzato la mobilitazione dello scorso anno. Significativa la rapidità con la quale le procure stanno arrivando a chiusura indagine e rinvii a giudizio. Agire al di fuori dalla realtà virtuale, esprimersi, agire in strada, nel mondo reale, ha spesso significato infrangere la legge. Da questo punto di vista l’anno scorso in tanti e tante hanno scelto da che parte stare. Ad essere messi sotto accusa sono stati, sono e saranno i cori come le azioni dirette, gli scontri come le scritte sui muri. L’ennesima conferma che gli “spazi di libertà” sono sempre più ridotti in una democrazia sempre più autoritaria… D’altronde non ci stupisce che nel mondo alla rovescia, criminale sia chi lotta per la libertà e la dignità umana piuttosto di chi le oltraggia e la confina. Sappiamo che ogni processo, quale che sia l’esito quale che sia l’accusa, ha un costo sociale, politico ed economico. Scriviamo queste righe che speriamo arrivino a tutti e tutte coloro che lo scorso anno scelsero da che parte stare, perché riteniamo fondamentale che a pagare il conto di quella mobilitazione non si ritrovino in pochi/e. Perché si mantenga alta l'attenzione sulla detenzione di Alfredo, sulla brutalità del 41 bis e della società che lo difende. Ricordiamo che il 24 aprile si terrà l' udienza in cassazione del processo scripta manent, in cui ancora una volta i P M tenteranno di inasprire le pene già esemplari di 23 e 17 anni decise in secondo grado.L'appuntamento sarà alle 10.30 in piazza Cavour. Il 23 aprile ci incontreremo per un presidio in largo arenula di fronte il ministero di giustizia. Per rinnovare l'invito a partecipare, informarsi e contribuire a tutte le iniziative in solidarietà ai compagni e le compagne che dovranno affrontare (anche) questi processi. Per non lasciare nessuno/a indietro: nelle strade, di fronte alle ingiustizie o alla repressione.
Un compagno a cui è stato impedito di entrare in Palestina ci racconta la sua esperienza alla frontiera, la situazione in Giordania e le tante riflessioni e mobilitazioni che crescono per sostenere la lotta in Palestina.
Sabato 20 aprile alle h 16.30 presidio presso l’ ambasciata tedesca in Via San Martino della Battaglia,4
per protestare contro la politica tedesca che ha portato al blocco e divieto del congresso di tre giorni organizzato per discutere del massacro in corso a Gaza.
Abbiamo sentito un compagno con il quale abbiamo affrontato il discorso della repressione, nello specifico quella dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane in vista della giornata dedicata a loro il 17 Aprile e a cui verrà portata solidarietà con un presidio al Regina Coeli di Roma.
Corrispondenza con uno studente del Collettivo Autorganizzato Universitario di Napoli che ci aggiorna sulle prospettive di lotta dell'occupazione del Rettorato dell'Università Federico II e su quanto accaduto nella giornata di lunedì 8 aprile, quando la mobilitazione degli studenti al Teatro San Carlo, dove si celebravano con un concerto i 75 anni della NATO, è stata repressa da violente cariche della polizia.
Che ruolo ha la repressione nel progetto coloniale israeliano? Quali obiettivi politici persegue Israele attraverso il giudizio davanti alla Corte militare per i soli palestinesi, la detenzione amministrativa, le condizioni di prigionia e quelle di una quotidianità vissuta in una galera a cielo aperto? Quali sono gli strumenti carcerali utilizzati dall'entità sionista per mantenere le sue politiche di apartheid, pulizia etnica e ora anche di genocidio?
Riportiamo la registrazione dell'iniziativa che si è svolta a lettere giovedì 4 aprile 2024. Nella parte finale sono stati tagliati alcuni interventi perchè erano male registrati. L'ultima voce è la traduzione di Addameer.
A cura di CO.RE - Comitato contro carcere e repressione