Con una compagna del collettivo Zaum della Sapienza ripercorriamo le mobilitazioni per la Palestina degli ultimi mesi fino all'occupazione del rettorato realizzata ieri per richiedere la sospensione di tutti gli accordi con gli atenei israeliani: l'Università La Sapienza, attraverso il Senato accademico, il 7 ottobre si è posta al fianco dello Stato d'Israele e mai come istituzione ha cambiato posizione nonostante la larga e continua mobilitazione studentesca, fino ad oggi quanto la rettrice si è rifiutata di incontrare l* studenti che nel frattempo avevano occupato il rettorato.
Lo scorso tre marzo si è tenuto in Francia il dialogo tra Judith Butler, filosofa statunitense queer, docente all’università di Berkeley, ebrea ed esponente del movimento Jewish Voice for Peace e due studiose francesi: Françoise Vergès, politologa femminista e Michèle Sibony, una delle autrici del libro Antiosinisme: une histoire juive (Syllepse, 2023) dopo che era stato annullatoa dicembre come una minaccia per l’ordine pubblico.
Erbacce. Forme di vita resistenti ai diserbanti, rivista ecoumorista e femminista pubblica il videhttps://www.youtube.com/watch?v=rlQNBJOq-0Eo integrale (francese e inglese) e una presentazione della conferenza che traduce anche i contenuti principali a cura di Laura Marzi: parole di grande lucidità politica sulla questione del sionismo e dell'antisionismo, una storicizzazione dell'accusa di antisemitismo per il posizionamento antisionista, la necessità di schierarsi con la Palestina per femministe, queer, trans e molto altro.
Ripercorriamo i contenuti di questo incontro molto importante proprio con Laura Marzo
Il 16 marzo 2003 è stata uccisa da un bulldozer israeliano l'attivista statunitense Rachel Corrie nella striscia di Gaza. Oggi viene ricordata a Roma insieme a Dax, compagno antifa ucciso lo stesso giorno a Milano, a Lorenzo Orsetti (Orso) ucciso il 18 marzo 2019 e Anna Campbell uccisa il 15 marzo 2018 combattendo con le milizie curde YPG, YPJ.
Ospitiamo in redazione studenti dell'università La Sapienza per parlare delle iniziative in sostegno della Palestina che si sono tenute nell'ateneo nelle ultime settimane, del sostegno indissolubile della rettrice e del senato accademico a Israele, delle collaborazioni di ricerca fra università e aziende belliche italiane e israeliane, di boicottaggio accademico e le mobilitazioni studentesche che stanno andando avanti in tutta Italia contro il genocidio della popolazione di Gaza.
"Il pinkwashing fa riferimento a quando uno Stato o un'organizzazione si appella ai diritti lgbtiq+ per sviare l'attenzione dalle proprie pratiche nocive": questa è la definizione di pinkwashing che possiamo leggere su "Decolonizzare la Palestina. La Palestina attraverso la storia e il rainbow washing di Israele", un'autoproduzione di Anarcoqueer Edizioni. Da questa pubblicazione partiamo per parlare di delle politiche e delle retoriche di Israele che tentano di usare le persone lgbtiq per giustificare l'occupazione, il colonialismo, l'apartheid e il genocidio in atto.
Nel redazionale voci di Radio Ondarossa, Cecilia Dalla Negra e compagn* di Queer for Palestine e Laboratorio Smaschieramenti di Bologna.
Commentiamo con Antonio Mazzeo gli articoli di Mattia Feltri su Huffpost e Emanuele Lauria su Repubblica che sostengono che dall'8 ottobre 2023 l'Italia non fornirebbe più armi a Israele e che anzi ne avrebbe sempre vendute poche. Antonio Mazzeo parte dai fatti ossia dalla negazione dell'UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) di accesso agli atti a giornalisti che l'avevano richiesta, dopo la dichiarazione del governo di inizio anno secondo la quale l'Italia non avrebbe più venduto armi a Israele dopo il 7 ottobre.
Con il giurista Fabio Marcelli commentiamo le due udienze appena avvenute all'Aia, della Corte Internazionale di Giustizia, che a breve dovrà decidere, su richiesta del Sud Africa, di incriminare Israele per genocidio.
La Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI), parte fondatrice del movimento BDS, accoglie con favore la notizia che PUMA non rinnoverà il suo contratto con la Federcalcio israeliana (IFA).
PUMA è stata l’obiettivo di una campagna BDS mondiale dal 2018 per il suo sostegno all’apartheid israeliana che opprime milioni di palestinesi. L’IFA dirige le squadre e sostiene il loro mantenimento negli insediamenti israeliani illegali su terra palestinese rubata.
Messaggi interni trapelati hanno rivelato che PUMA era sottoposta a enormi pressioni per rescindere il contratto.
Con il genocidio in corso da parte di Israele contro 2,3 milioni di palestinesi bloccati a Gaza, il territorio essendo sotto assedio israeliano da 16 anni, e l’uccisione di più di 18.000 persone, tra cui dozzine di calciatori, la pressione per il boicottaggio non ha fatto che aumentare.
Anni di pressione implacabile su PUMA da parte del movimento BDS in tutto il mondo e il danno alla sua immagine dovrebbero essere una lezione per tutte le aziende che sostengono l’apartheid israeliana: la complicità ha delle conseguenze. È anche una lezione per la FIFA, profondamente complice e dominata dall’Occidente, che continua a fare in modo che Israele non risponda dei suoi atti, nonostante le squadre degli insediamenti violino i suoi stessi statuti.
Ringraziamo le centinaia di gruppi di solidarietà di base, atleti e squadre di tutto il mondo che hanno sostenuto l'appello di 215 squadre palestinesi per il boicottaggio di PUMA.
Questa vittoria del boicottaggio è una vittoria dolceamara mentre continua la pulizia etnica dei palestinesi da parte di Israele. Ma ci dà speranza e determinazione nel denunciare le responsabilità di tutti i sostenitori del genocidio e dell’apartheid. Noi continueremo a denunciarli finché tutti i palestinesi non potranno vivere in libertà, giustizia e uguaglianza.
Con Meri Calvelli da Gerusalemme in aggiornamento sulla situazione sempre più drammatica della striscia di Gaza e su quanto accade in Cisgiordania e Gerusalemme.
Con Michele Giorgio, corrispondente del Manifesto in Palestina e responsabile della testata Pagine esteri, un aggiornamento sulla situazione di Gaza, il proseguimento incessante dei bombardamenti, la catastrofe umanitaria.