Dopo l'occupazione simbolica di ieri dei locali della Dogana a Scalo san Lorenzo, il movimento no tav romano dà appuntamento a tutte e tutti per le prossime iniziative a Piazza dell'Immacolata, nel quartiere di San Lorenzo.
Iniziativa di fronte ad Acea del Coordinamento Romano Acqua Pubblica per consegnare i reclami contro l'inserimento in bolletta della quota di remunerazione del capitale per Acea, contrariamente a quanto espresso dal voto referendario. L'occasione per denunciare anche la svendita del 21% di Acea ai privati da parte del Comune.
Questa mattina è stata sgomberata la Fazenda, bellissimo spazio restituito al quartiere e alla città occupato 10 giorni fa da precarie e precari in via Boccea 506. Uno spazio occupato non solo per rispondere al bisogno di una casa ma anche per lottare contro la speculazione edilizia, in una zona di Roma dove il cemento avanza.
La storia della Fazenda non finisce qui, come ci racconta una compagna per telefono:
Abbiamo parlato con Paolo Grugni e il suo "l'odore acido di quei giorni" (Laurana Editore) e con Salvatore Ricciardi che ha presentato il suo " maelstrom" (Derive e Approdi).
Lanciato un presidio permanente dai compagni di fronte ai Magazzini Popoplari, dove due compagni hanno subito l'aggressione dei fascisti di questo pomeriggio.
Due compagni dei Magazzini Popolari di Casalbertone, a Roma, sono stati aggrediti da esponenti del Circolo Futurista, covo fascista presente nel quartiere.
Il fatto è accaduto alle ore 14:40 circa, quando ai Magazzini si trovavano solo due persone.
Alle ore 18:00, presso la sede dei Magazzini, in Via Orero 61, è stata indetta una conferenza stampa.
Sono ancora in stato di fermo i 4 compagni presi a seguito della violenta carica della celere questa mattina, al presidio sotto il CIPE, a Roma, durante il corteo della FIOM
Il processo per direttissima che potrebbe decidere per l'arresto dovrebbe essere per domani mattina.
Corrispondenza dal presidio sotto la sede romana dell'Enel.
CONTRO LA DEVASTAZIONE AMBIENTALE E SOCIALE CHE L’ENEL ESPORTA IN GIRO
PER IL MONDO
VENERDI’ 2 MARZO ORE 15,00 MANIFESTAZIONE VLE R. MARGHERITA 137
L’Enel oggi è una multinazionale dell’energia di primo livello per
quanto riguarda i profitti, ma di ultimo per quanto riguarda il rispetto
dei diritti umani.
In Guatemala, Cile, Colombia sta portando avanti progetti disastrosi
contro i quali lottano le popolazioni locali, spesso represse da governi
autoritari su ordine della stessa Enel.
MA COSA CI FA LA VECCHIA IMPRESA PUBBLICA ITALIANA IN SUD AMERICA?
Nel 2008 L’ENEL Acquista la Società Spagnola ENDESA. Da quel momento
continente SUDAMERICANO diventa di grande interesse per la società
italiana, grazie alle enormi risorse naturali da SACCHEGGIARE.
INFATTI DELLE DIGHE CHE L’ENEL VUOLE COSTRUIRE IN GUATEMALA, CILE,
COLOMBIA, NESSUNA SERVE A PRODURRE ELETTRICITÀ PER LA POPOLAZIONE
RESIDENTE, ma a soddisfare l’enorme richiesta di elettricità delle
miniere dove altre imprese straniere saccheggiano le ricchezze di questi
paesi indipendenti solo di nome e affamati dai loro Governi.
IN GUATEMALA LA DIGA DI PALO VIEJO (DA 84 MW, COSTO 135 MLN) verrà
completata alla fine di marzo. La popolazione locale, gli indigeni del
popolo Ixil, non hanno accesso all’energia elettrica e, visto che la
costruzione della diga non può essere ormai impedita, chiedono che
almeno possano usare il 20% dell’elettricità prodotta. Durante le
proteste e i blocchi stradali che gli indigeni hanno organizzato negli
ultimi due anni l’Enel non ha esitato a chiedere l’intervento del
governo che ha inviato nella regione centinaia di militari con
intimidazioni e violenze. Due giovani sono morti dopo essere stati
investiti dai camion dell’impresa costruttrice della diga.
IN PATAGONIA – CILE – DOVE VERRANNO COSTRUITE 5 DIGHE tutto il
Paese è insorto contro la devastazione portata da questo progetto.
Infatti, visto che le dighe verranno costruite a 2.300 km dalle miniere
di rame che si trovano nel nord del Paese, ai danni causati dalle
centrali idroelettriche si sommeranno quelli di una gigantesca linea di
trasmissione ad alta tensione che attraverserà tutto il Cile, con 6000
torri elettriche di 70 m. Nonostante le imponenti manifestazioni
(l’ultima settimana scorsa) e le irregolarità commesse nello studio
di impatto ambientale, che hanno bloccato i lavori per qualche mese, il
Governo e Enel-Endesa continuano a portare avanti un progetto scritto
durante la dittatura di Pinochet.
IN COLOMBIA – SUL RIO MAGDALENA – LA DIGA DELL’ENEL VIENE
COSTRUITA DA IMPREGILO, multinazionale italiana specializzata in opere
devastanti come la Tav in Val di Susa di cui è responsabile per il 75%.
Verrà inondata una regione agricola altamente produttiva, è stato
dimostrato da uno studio tecnico che la diga causerà la perdita, nei
primi 50 anni di attività, di 480 mln mentre ne produrrà 135.
Perché allora viene costruita? Non per portare lo sviluppo, ma per
portare soldi nelle casse dell’Enel, dello Stato colombiano e delle
imprese che sfruttano le vicini miniere di oro. A loro dei contadini che
perderanno casa e lavoro non importa niente. Questi ultimi si sono
organizzati per bloccare i lavori e hanno circondato il cantiere e la
zona del fiume per impedire di deviarlo, sono stati sgomberati
violentemente dagli squadroni antisommossa colombiani due settimane fa,
e ora sono di nuovo in pericolo visto che la deviazione del fiume è
prevista per il 6 marzo.
FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE CONTRO QUESTI DELINQUENTI PRONTI A
SACRIFICARE LA VITA DI MIGLIAIA DI PERSONE PER DECENNI SOLO PER
AUMENTARE I LORO MILIONI DI EURO!
ENEL GIÙ LE MANI DA GUATEMALA, CILE, COLOMBIA
Roma 29/02/2012
RETE ITALIANA DI SOLIDARIETÀ CON LA COLOMBIA, CRMB – COMITATO
RIFORMIAMO LA BANCA MONDIALE, SPAZIO SOCIALE EX-51 – VALLE AURELIA,
CONFEDERAZIONE COBAS, COMITATO CARLOS FONSECA, A SUD, ASSOCIAZIONE
ITALIA – NICARAGUA/ROMA – SUTTVUES, ASS. AMICIZIA ITALIA MAPUCHE